Kurt, oh mio Kurt

Oggi i social network pullulano di articoli, canzoni, foto e vari riferimenti all’anniversario della morte del leader dei Nirvana.

Che vi piaccia o no, Kurt Cobain è indiscutibilmente un pilastro della musica. Qui, vi spiego perchè lo è per me.

Mi ricordo ancora la prima volta che ho sentito “Nevermind”: ero in macchina con mio padre e mio cugino, stavamo tornando dalla Puglia. Ero piccolina, e i due maschietti con me si alternavano alla guida. Mentre mio padre schiacciava un pisolino dietro, mio cugino mi ha detto “adesso ti insegno un po’ di musica” e ha messo su quel meraviglioso album. Lui nirvana-nevermindera un musicista, nel vero senso della parola: mi raccontò ogni singolo giro di ogni canzone che stavamo ascoltando con una passione che non scorderò mai, con quella luce negli occhi che solo chi ama davvero la musica ha…e che personalmente trovo tra le cose più affascinanti che un essere umano possa avere. Forse amo così tanto questo gruppo anche per via sua, che mi ha fatta sentire “grande” tutta d’un colpo, parlandomi alla pari e spiegandomi quella musica così “arrabbiata”. Era un suo enorme talento, ma questa è un altra storia.

Comunque, devo essere sincera: ero piccola per capire l’effettiva portata musicale della band e non ne sapevo abbastanza per comprendere il senso intrinseco del “grunge”, tantomeno avevo la padronanza sufficiente per comprendere appieno i testi. Diciamolo, non ci capivo un cazzo. Ma nonostante questo, mi piacevano. Complice anche la figura del musicista bello e dannato (che ahimè mi accompagna ancora), mi sono gasata e via, a scrivere “NIRVANA” su tutti i quaderni, diari, attaccare le spille con lo smiley ovunque, comprare tutte le biografie possibili, attaccare foto di kurt appese in ogni muro della mia stanza. Non so se i miei genitori fossero preoccupati o assolutamente indifferenti, perché ammettiamolo, una ragazzina che ascolta “RAPE ME” non è proprio una figura idilliaca. Ero spudoratamente schiava della moda “ama i 178701_papel-de-parede-nirvana--178701_1600x1200nirvana perchè sei in una fase ribelle della tua vita”, però ho scoperto una musica diversa: non erano i Queen che mi faceva ascoltare papà, non era Zucchero che sentivo in macchina con mamma, non erano le Spice Girls che amavo perdutamente: erano diversi, e mi hanno aperto una strada che mi ha portata, con gli anni, ad amare il rock e i suoi derivati.

E poi sono stati la colonna sonora -insieme a Coldplay e Green Day- del mio primo viaggio in Inghilterra da sola (vacanza studio eh, ma sempre qualcosa), delle giornate su una coperta al parco con la mia migliore amica a parlare di filosofia e di qualsiasi altra cosa ci venisse in mente. In ritardo rispetto alla vera generazione dei Nirvana, li ho usati per accompagnare i miei drammi adolescenziali.

Sempre con la mia migliore amica andai al cinema a vedere un film “last days” di Gus Van Sant, che racconta appunto gli ultimi giorni del nostro amato-odiato Kurt. Ve lo consiglio, è fatto bene e Michael Pitt è davvero bravo, e non aspettatevi canzoni dei Nirvana (curioso ne?).

Insomma,  come tutti i mielosi oggi ho deciso di raccontare il mio primo incontro con Nevermind, sono cascata nel cliche. Ma semplicemente perchè credo che la portata di questa band sia sopratutto metaforica, simbolica. Nati per essere trasgressivi e di nicchia, diventati un fenomeno di massa ed osannati da tutti i mass media. Musicalmente sono bravi certo, e hanno dato il via a un genere che si è totalmente distaccato da ciò che esisteva già (che poi, ne siamo così sicuri??), però non si può dire che Kurt fosse un ottimo cantante. Quindi vi racconto cosa sono loro per me, perchè non so spiegare cosa siano per la musica.

Ma in fondo, la musica ha davvero bisogno di essere spiegata?

Piccola chicca, ecco a voi alcune foto di Frances Bean Cobain con il suo fidanzato

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ed eccone alcune di Kurt Cobain e Courtney Love

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Della serie, “la storia si ripete”.

 

 
 

 



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